Replying to Conferenza stampa di Del Neri
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haim82Posted: 26/11/2010, 16:24
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In settimana si è tornato a parlare di scudetto, anche in modo indiretto. Secondo lei è positivo o è fuori luogo? E' segno di una mentalità conquistata?
"Ma io penso che la Juventus abbia sempre avuto la convinzione di fare un campionato all'altezza, questo non è mai mancato. Il problema di fondo è che quando dici scudetto vai a operare su un risultato a lunga scadenza. E per raggiungere bisogna fare dei risultati a breve scadenza. Noi siamo più orientati a fare risultati a breve scadenza. Ci piace di più, nel nostro ambiente, parlare di risultati vicini".

Dopo qualche mese, però, qualche piccolo bilancio lo devi fare. La squadra, nonostante tutti i problemi, è lì. E' vicina e dà l'impressione di crescere, rispetto ad altre grandi. Forse anche tu puoi dire che cosa manca alla Juve per puntare davvero a questa parola che magari fa anche un po' paura, che è "scudetto"...

"Paura no, assolutamente. La parola scudetto inorgoglisce, non è che faccia paura. Vuol dire che stiamo facendo bene e se gli altri dicono questo ci fa molto onore. Vuol dire che siamo nel trend giusto per poter ottenere buoni risultati, per poter combattere per un posto importante. La Juventus non ha mai nascosto il combattimento e l'obiettivo. Però siamo consapevoli che la strada è molto lunga, molto difficile ed è per questo che lo conserviamo dentro di noi".

Cosa manca per arrivare allo scudetto?

"Mancano 60 punti, settanta".

E a livello di organico?
"Ma se andiamo bene così, non vedo perchè dovremmo....(pausa, ndr). Noi dobbiamo completare l'organico, perchè abbiamo avuto tanti infortuni in questo momento, abbiamo questo trend di partite una dietro l'altra. La Juventus, comunque, domenicalmente affronta sempre l'avversario di turno con un piglio importante. Tutti tendono a battere una grande squadra, come è giusto che sia, per cui non è semplice, a livello mentale, a livello di attenzione, a livello di quello che devi fare. A gennaio, se riusciamo, noi tendiamo a completare quello che magari adesso pensiamo possa mancare. Ma a me sembra che la squadra, al di là dei singoli, di un vero bomber, eccetera.....mi sembra che i risultati dettati dal gruppo e dai settori siano molto incoraggianti in questo momento".

Ha parlato di un vero bomber...
"No...ho detto anche che il settore è molto incoraggiante, perchè 25 gol li ha fatti solo la Juventus, senza bomber. E col bomber sarebbero sempre 25, non è che vai a 80. La differenza non è tanta. La Juve non deve fare 80 gol. Allora prendi quattro bomber e fai 80 gol: non è mica così il calcio. I gol saranno sempre quelli. Probabilmente verrebbero suddivisi diversamente o magari qualche partita importante potresti anche risolverla, però nel calcio c'è sempre un punto di domanda. Io ho un settore d'attacco, che è formato da una squadra che gioca anche per fare gol e che si comporta bene. Non c'è un settore che subisce gol, ma lavora molto bene per subire meno gol possibili".

Dopo tanta emergenza come si trova adesso con un po' più di scelta? Le fa quasi strano avere qualche giocatore in più? E poi volevo chiederle se ha avuto modo di incontrare Buffon ed eventualmente come l'ha trovato, cosa vi siete detti...
"Rispondo subito alla seconda domanda? Leggo che non ci siamo visti ed invece noi ci siamo parlati l'altro giorno. Quindi ci siamo visti, ci siamo parlati, abbiamo chiacchierato, abbiamo fatto la nostra conoscenza diretta, anche se lo conoscevo, e penso che anche lui. Quindi tutto procede nel modo migliore. Lui adesso lavora in modo differenziato, non perchè non debba entrare in contatto con i suoi compagni, ma perchè deve fare un lavoro differente. E siccome gli infortunati, generalmente, vengono prima (a Vinovo, ndr) di chi sta bene, lui fa parte di questo novero. Ma solo per quello, non c'è nient'altro".

L'altra domanda: che effetto le fa avere qualche giocatore in più a disposizione?
"Diciamo che stiamo recuperando giocatori importanti. Aspettiamo....a parte i lungodegenti, che sono De Ceglie e Martinez e che dovrebbero rientrare a gennaio, gli altri piano piano stanno rientrando. Dobbiamo sempre tener conto di queste partite, di chi gioca sempre, dello sforzo che possono fare e direi che stiamo recuperando giocatori importanti. L'assetto mi sembra sia abbastanza consolidato, come cultura e come rapporto di gioco, quindi penso che il recupero dei giocatori non dia altro che una forza importante per aumentare gli elementi a disposizione".

Aquilani e Motta come stanno?

"Stanno bene. decisamente bene. Oggi abbiamo l'ultimo allenamento, ma spero che....anzi, sono recuperabili per domani".

Ieri in Inghilterra hanno scritto che il Liverpool potrebbe puntare a riprendersi Aquilani. E' una prospettiva che ti senti di allontanare?

"Non so come sono i rapporti societari. Per me Aquilani ha dimostrato di essere un giocatore da Juventus e penso che la Juve se ha l'opportunità di tenerselo, se lo terrà. Questo è il passaggio, poi non so le carte cosa scrivono. E' un discorso che non mi appartiene molto. Il mio giudizio tecnico sul giocatore è positivo, per cui se c'è l'opportunità e la possibilità in futuro di poter annoverare nel gruppo Juventus gente, giocatori che facciano parte di un discorso, penso che la Juventus ne terrà conto".


Domani sarà Gilardino il vero pericolo? Che idea hai di lui?
"Li ho visti giocare col Milan e hanno fatto un'ottima partita. Ultimamente la Fiorentina gioca buone gare. Ma la Fiorentina ha anche Ljajic, ha anche Cerci, ha anche Santana, ha anche D'Agostino, Marchionni, Vargas, che era fuori e a Milano ha giocato solo il secondo tempo. Ha giocatori importanti, ha creato una squadra giovane per poter aspirare a un buon campionato. Ha avuto delle difficoltà iniziali e adesso mi sembra che la squadra giochi. Solo un gol importante di Ibrahimovic e le parate di Abbiati hanno fatto sì che perdessero. Per far capire come sono dure le partite sempre, domenicalmente. E quindi troveremo una squadra in piena salute".

Va più orgoglioso di un attacco così prolifico, anche senza bomber, oppure di una difesa che si è regolata e concede pochissimo? Cosa la rende più felice?

"I gol ci sono sempre stati e quindi non c'è stata nostalgia del bomber. Diciamo che i miglioramenti della difesa fanno parte di un concetto di reparto, ma sono legati anche ad un concetto di aiuto di tutta la squadra. Adesso la squadra aiuta molto di più, chiude molto bene le traiettorie, c'è un maggiore impegno e quindi si riesce a lavorare meglio nel pensiero. Sottoposti a grande velocità di pensiero, qualche volta si sbaglia. Invece così, avendo i tempi giusti, dando il tempo ai compagni di assestarsi bene, mi sembra che diano un buon apporto difensivo. Il miglioramento è lì, perchè dalla parte opposta, i gol la Juventus li ha sempre fatti".

Il concetto, quindi, è che ci può essere una grande squadra anche se non ha un grande bomber?
"Io penso che la Juventus i bomber da 15 gol ce li abbia. I giocatori che hanno nel dna questo score finale li abbiamo. Lo dimostra il fatto che abbiamo fatto 12 partite e mediamente gli attaccanti hanno segnato sei gol a testa".

La mancanza di un giocatore che tocca la palla e fa gol, a lungo andare può rappresentare un problema. Ora come ora non è troppo faticoso arrivare al gol?
"No, è un divertimento. Faticoso è demandare solo ad uno lo svolgimento di questo compito. Poi se non li fa, cosa fai?. Bisogna completare l'organico perchè ci sono due competizioni e abbiamo bisogno di tutti, per non far fatica. Poi se sono giocatori di qualità importanti, meglio. Ma mi sembra che qui giocatori importanti ne abbiamo. Annoveriamo quasi tutti nazionali lì davanti, non è annoveriamo gente di primo pelo".

Stavamo quasi facendo l'abitudine a campionati con una favorita che partiva davanti e poi arrivava fino alla fine. Qualche settimana fa, Ranieri ha detto che a Roma si aspettavano questo crollo dell'Inter. Lei se lo aspettava?
"Mi sembra che il Milan stia correndo...".

Ma il Milan non era favorito...

"Ma c'è sempre qualcuno che corre. Ha sei punti su di noi e sette sulla Roma: sono bei punteggi insomma. Mi sembra che il campionato sia domenicalmente incerto, ci sono partite complicate per tutti. E' più interessamente, chiaramente, perchè non c'è un fattore primario, che vince sempre quella tutte le domeniche. Però penso che il Milan, nelle ultime 5-6 gare - a parte la gara contro la Juve, dove ha fatto una buona partita - abbia ottenuto vittorie importanti che l'hanno proiettato di diritto in testa alla classifica".

In questi primi mesi sta costruendo una Juventus che ha un futuro. Ha questa impressione? Mi riferisco ai giocatori che sono arrivati, che rispetto agli acquisti degli anni precedente stanno fortemente cambiando la squadra, stanno diventando dei punti di riferimento: Krasic, Aquilani e lo stesso Storari. C'è qualcosa di diverso rispetto al passato? Non si pensa più solo alla Juve del 2006, ai Trezeguet, ai Del Piero, ai Camoranesi, ma si guarda più avanti..
"Loro hanno fatto la storia. E Del Piero la sta facendo ancora. Sono giocatori che fanno parte della storia, come fanno parte della storia quelli che c'erano prima di loro, i vari Scirea, Tardelli, Platini, Zoff...Noi speriamo un domani di poter scrivere la nostra storia. Quindi è tornato un discorso di scelte importanti, quello che faceva la Juve negli anni passati, quando sceglieva anche giocatori che arrivavano magari dal Como, dall'Atalanta, poi sono lievitati e sono diventati anche campioni del mondo. Gentile prima di arrivare qui, giocava a Varese, non è che giocasse nel Real Madrid. Quando tu vai prendere giocatori dove li vedi, dove li controlli, dove li conosci personalmente, poi ottieni un gruppo fatto di giocatori motivati, che hanno voglia di arrivare in alto e hanno voglia di scrivere la storia. Perchè uno che viene alla Juventus ha voglia poi di scrivere quello che gli altri hanno dato prima. Per noi c'è solo da imparare da quelli che prima hanno dato molto alla Juve. Lasciamo stare quell'anno difficile, l'anno scorso, che poteva essere un anno particolare. Ma non si può dimenticare quello che i giocatori dell'anno scorso avevano dato prima. E quindi noi speriamo un domani di riscrivere quello che loro hanno scritto per la Juventus negli anni passati. Questo è il nostro compito, la nostra voglia: continuare la tradizione della Juventus, continuare ad essere un punto di riferimento importante anche per il calcio italiano, come la Juventus è sempre stata".

Le scelte di domani potrebbero essere condizionate dalla gara in Polonia di mercoledì?
"Assolutamente no. Noi andiamo avanti domenica dopo domenica, mercoledì dopo mercoledì. Dobbiamo pensare al campionato, che è la cosa più importante. Le scelte non condizionano perchè abbiamo già delle scelte condizionate per mercoledì. Perchè Grosso non ci può essere, Aquilani non ci può essere, Sorensen non ci può essere, Quagliarella non ci può essere, poi mettiamo anche gli altri infortunati e abbiamo delle scelte abbastanza giuste per dare un turnover ampio anche senza volerlo".

Ammesso e non concesso che la Juve voglia intervenire sull'attacco in sede di mercato invernale, quanto può pesare su tutto questo il recupero di Amauri? E' un giocatore importante per questa squadra, ma non riesci più a esprimersi come in passato...
"E' stato anche sfortunato. Ha pagato dazio sull'infortunio che ha avuto e cerchiamo di recuperarlo. Adesso sta lavorando a parte e speriamo che il suo recupero arrivi prima del previsto, perchè noi contiamo molto sul recupero dei nostri giocatori. Uno di questi è anche Amauri. Quindi penso che lui a gennaio, probabilmente prima, sarà a disposizione e spero che dimostri sul campo quello che crediamo possa fare. Sono convinto che il suo apporto sarà molto importante".

Il presidente Agnelli ha definito il suo lavoro "straordinario". Crede che sia questo il valore aggiunto di questa Juve? Delneri?

"Diciamo che le parole del presidente danno modo di lavorare meglio, di far parte di una famiglia importante, che è quella della Juventus. Essere entrato in punta di piedi è anche una cosa giusta. Qualcuno ogni tanto mi chiede se sono rammaricato perche inizialmente pochi credevano che io potessi allenare la Juventus. Ma io dico che è giusto; è giusto perchè prima ci si deve conoscere e poi si tirano le somme. L'importante è capire di poter lavorare bene. Mi inorgoglisce il fatto che il presidente abbia speso parole per me e soprattutto questo senso di appartenenza. Dunque mi trovo bene a rappresentare la Juventus in modo giusto, corretto nel comportamento, nel lavoro, che poi il lavoro non è uguale al risultato. Il lavoro è lavoro: applicarsi, impegnarsi e fare il massimo di noi stessi. Credo sia un motivo di orgoglio per qualsiasi allenatore, almeno lo è per me. Penso che questo tipo di esternazione dia anche forza al gruppo, perchè quando il presidente dice Delneri, intende tutti quelli che lavorano in questo contesto. A cominciare dai giocatori, fino ai magazzinieri, tutti quelli che sono coinvolti in questo modo di lavorare. Quindi è chiaro che questo dà grande energia e grande entusiasmo per il futuro della Juventus, almeno per quello che riguarda me ed i miei collaboratori"