Replying to Agnelli: «Asso per la Juve? Magari a gennaio»
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giangy1980Posted: 11/12/2010, 11:14
ANDREA AGNELLI UNO DI NOI!!!
RIPORTACI IN ALTO PRESIDENTE...FINO ALLA FINE FORZA JUVENTS!!!
haim82Posted: 11/12/2010, 10:11
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ROMA, 11 dicembre - Un panino e un toast quando per la verità è passata abbondantemente l’ora di pranzo, nell’ufficio al secondo piano della sede di Corso Galileo Ferraris, lo stesso che ha ospitato per dodici anni Luciano Moggi e dal quale è transitato lieve Giovanni Cobolli Gigli. Allo stomaco non si comanda dopo otto ore di lavoro tiratissimo, dalle 7,15 di mattina a esaurimento batterie. Di diverso, Andrea Agnelli, ha voluto proprio tutto, dall’arredamento in stile moderno identico a quello della Lamse, la sua finanziaria - alla disposizione della scrivania, quasi fosse un modo molto concreto, visivo e materiale, per mettere un punto e andare a capo. Ce n’era bisogno, pare. Un sorso d’acqua, un caffè amaro, le maniche della camicia arrotolate all’altezza dei gomiti, cravatta blu di ordinanza, sullo sfondo il tapiro di Striscia, una fotografia con la moglie Emma, la collana di libri pubblicati dalla sua casa editrice, un’altra foto molto da manager. Pronto? Pronto. Ora si può parlare...

Presidente Agnelli o ancora Andrea?
« Andrea, sempre » .

Bene, Andrea. Sono trascorsi quasi sette mesi dal suo insediamento. Era il 19 maggio, tante cose sono successe. E’ possibile tracciare un primo bilancio?
« Sono stati mesi difficili, di profonde trasformazioni. Il primo mattone è stato Beppe Marotta, la pietra d’angolo sulla quale abbiamo poggiato le basi per la rifondazione della parte sportiva. Di comune accordo, abbiamo scelto Del Neri e di lì è nato tutto. Le garantisco che per il momento sono estremamente soddisfatto » .

E’ vero che Antonio Giraudo le disse: fossi in te, caro Andrea, non lo farei?
« Di prendere in mano la Juventus? No, non è andata così » .

E come allora?
«Cominciò con una premessa, scontata ma importante: agisci come vuoi. Poi aggiunse: qualsiasi cosa fai nella vita, accertati di avere le condizioni per farla bene» .

Se lei è qui, la deduzione è che le condizioni esistono...
«Evidentemente sì » .

L’obiettivo numero uno della Nuova Juventus?
«Ricreare un gruppo fortemente compatto all’interno dell’azienda. E lì, intorno a questa necessità imprescindibile, è nata l’idea dello J- day, dove abbiamo coinvolto tutti i dipendenti, non solo i calciatori. Le motivazioni sono fondamentali per conseguire risultati di prestigio. A livello sportivo ci siamo imposti di costruire una squadra che sia in grado di vincere tutte le partite per poi tirare le somme alla fine, senza dimenticare che continuiamo a essere in fase di costruzione».

La ristrutturazione è stata capillare ed è partita dall’alto...
« E’ stata a 360 ° gradi. Abbiamo cambiato dal presidente ad alcuni magazzinieri, ci siamo occupati della parte sportiva e di quella governativa, con l’inserimento di quattro nuovi consiglieri nel Cda. Il bello è che il processo di rinnovamento è in corso e potrà accadere ancora qualcosa, sempre nell’ottica di un miglioramento » .

Quando assunse Marotta fu lapidario: prendo il migliore su piazza...
« Del suo operato sono contento. Marotta ha portato con sé uno staff importante, da Paratici a Gianni Rossi. E’ gente che lavora con abnegazione, in loro vedo ciò che desideravo vedere, ovvero la volontà di fare bene alla Juventus » .

Del Neri si è infilato all’improvviso tra Benitez e Prandelli, non senza suscitare perplessità. Veniva ritenuto poco incline a pilotare una grande squadra reduce da una stagione disastrosa...
« Una scelta condivisa da me e da Marotta. Comunque, Del Neri è stato messo nella condizione di poter fare bene e qui entra in gioco la società » .

In effetti non era così da troppo tempo. Cosa l’ha impressionata di più del suo allenatore?
«La capacità di insegnamento tecnico e tattico, praticamente unica. Ma con la sua esperienza sa toccare le corde della sfera emozionale delle persone».

I tifosi vedranno mai Mourinho o un Mourinho sulla panchina della Juventus?
«Oggi c’è Del Neri e basta» .

L’ultimo entrato è Pavel Nedved che si definisce suo consigliere personale più che consigliere di amministrazione...
« E’ il valore aggiunto della società. Rappresenta una cassa di risonanza non solo per me ma per gli altri dirigenti. Pavel sa cosa significa scendere in campo e vincere, non a caso mi/ ci ricorda che una volta, rientrati nello spogliatoio dopo un pareggio, regnava sempre il disappunto. Questo spirito deve trasferirlo nel nostro Cda».

Che una volta decideva tutto, dai colpi di mercato all’acquisto dell’acqua minerale. Ora decidete in due, lei e Marotta...
«Prima non c’ero e non so... Ripeto: la parte sportiva fa capo a Marotta, le decisioni vengono prese nel rispetto delle procedure di una società quotata in Borsa» .

L’ex presidente Jean Claude Blanc si è integrato nel vostro team?
« Certo. Ha avuto un ridimensionamento di responsabilità ma segue il progetto stadio, che per noi è di primaria rilevanza, e gli è stata assegnata ad interim il commerciale » .

La rivoluzione è stata avviata: e adesso?
«Al termine della stagione, con i risultati davanti al naso, interverremo, anche se con i meccanismi previsionali qualcosa si potrà fare in anticipo. Sotto il profilo personale, dal giorno del mio insediamento ho percepito l’affetto e il supporto di tutti. Per questo mi ritengo il rappresentante di 14 milioni di tifosi e non solo degli azionisti » .

Tifosi che sognano lo scudetto. Una parolaccia, una pia illusione o una promessa pericolosa?
«Nel dna della Juventus era e resta l’obiettivo principale. Quest’anno, però, non dimentichiamoci da dove arriviamo, cioè da meno 27 in classifica e da una squadra demoralizzata... Promettere lo scudetto significa generare aspettative enormi, provare a vincere tutte le partite no».


(fonte Tuttosport)